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EFFETTI DEL REDDITO DI CITTADINANZA SU MILAZZO Sicilia , pronti gli elenchi di chi lavorerà per i Comuni col reddito di cittadinanza






Sicilia, pronti gli elenchi di chi lavorerà per i Comuni col reddito di cittadinanza



Milazzo in Movimento·


EFFETTI DEL REDDITO DI CITTADINANZA SU MILAZZO ❗

Uno degli obiettivi raggiunti dal movimento 5 stelle al governo è stato il reddito di cittadinanza. Uno strumento che ad oggi aiuta in Italia ben 2.951.809 persone (dati aggiornati al 7 luglio 2020) suddivise in 1.157.068 nuclei familiari a rimanere a "galla".
Gente che ha riacquistato la dignità con questa misura di sostegno e reinserimento al lavoro.

In particolare, in provincia di Messina, secondo i dati aggiornati al 7 luglio 2020, sono ben 22.366 i nuclei famigliari che percepiscono il reddito di cittadinanza. Ad essere coinvolte sono 55.399 persone. Il valore dell'importo medio mensile corrisposto é di €586,05.
Milazzo possiede 632 percettori di reddito di cittadinanza (dati 2019). Facendo un semplicissimo calcolo, capiamo che ben 370.383,6 euro sono destinati mensilmente ai milazzesi percettori del reddito. Annualmente, la cifra sale a 4.444.603,2 di euro. Soldi che, in ogni caso, entrano nell'economia locale. Soldi che vengono spesi e che vanno a beneficio anche delle piccole imprese della città.
Inoltre, il reddito di cittadinanza ha integrato tutta una serie di sussidi che prima erano devoluti anche dai comuni. Permettendo loro, in tal modo, di risparmiare importanti risorse che adesso potrebbero essere destinate ad altre categorie sensibili da tutelare, come ad esempio i disabili.

Non dobbiamo pensare ai "furbetti", quelli ci sono dapertutto e, per questo, bisogna combatterli con tenacia, avendo il coraggio di denunciare. Fermo restando, però, che nel migliore (per loro, ma peggiore per noi) dei casi é comunque un sussidio che ha termine dopo 18 mesi se vengono meno i requisiti per rinnovarlo o scartate le tre offerte di lavoro.
Dobbiamo pensare, invece, a tutte quelle persone che con il reddito di cittadinanza hanno riacquistato la dignità e la voglia di vivere. Basti pensare a gente ultrasessantenne che non aveva ancora i requisiti per andare in pensione ma, allo stesso modo, era anche fuori dal mercato del lavoro. Oppure a gente che, per una ragione o per l'altra, aveva perso il proprio posto di lavoro e si trovava senza reddito. A quei padri e a quelle madri che, seppur lavorando, non riuscivano a tirare fino a fine mese perché avevano da mantenere due o più figli e un affitto sulle spalle.
Qualsiasi cosa la si deve guardare da tutte le possibili prospettive per comprenderla al meglio.

Sui lavori di pubblica utilità, del quale molti si  chiedono, che dovrebbero coinvolgere i percettori del reddito in attesa di proposte di lavoro, sapete bene che se ne dovrebbero occupare la regione e i comuni perché esiste già un decreto attuativo risalente a gennaio, ma il tutto è stato rallentato dalla pandemia. Apprendiamo con piacere che molti comuni della provincia hanno già avviato dei progetti a riguardo.
Per quanto riguarda Milazzo, sappiamo soltanto che il comune aveva ricevuto a febbraio delle risorse dal Ministero del Lavoro per l'attuazione del programma operativo nazionale (Pon). Le risorse, come aveva dichiarato l'assessore alle Politiche sociali, avrebbero permesso ad un certo numero di soggetti di ricevere un supporto economico attraverso la possibilità di svolgere 25 ore settimanali di attività, (retribuita attraverso lo stesso fondo) per nove mesi, all'interno di un'azienda del comprensorio ricevendo 900 euro mensili. Tra i soggetti che potevano fare richiesta entro il 18 febbraio, vi erano proprio i percettori del reddito di cittadinanza.
Questo é quanto fatto a Milazzo, ma si poteva fare sicuramente di più.

Nel frattempo, però, resta la soddisfazione di aver dato comunque un aiuto a quanti senza il reddito di cittadinanza non c'è l'avrebbero fatta. Soprattutto durante la pandemia e in questa prima fase di ripresa nel quale lo stesso ha rappresentato un indispensabile ammortizzatore sociale.
Lo Stato, con il Movimento 5 Stelle, sarà sempre dalla parte degli ultimi.


L'assessore regionale Scavone ha comunicato i nomi ai sindaci. Da otto a quindici ore la settimana per progetti di carattere "culturale, sociale, artistico, ambientale, formativo e di tutela dei beni comuni" 


Gli elenchi ci sono. Ma all'assessorato regionale al Lavoro non sanno neanche quante persone ne fanno parte. Nonostante questi dubbi, però, parte la fase 3 del reddito di cittadinanza, quella che prevede la possibilità per i Comuni di impiegare i beneficiari dell'assegno per progetti di carattere “culturale, sociale, artistico, ambientale, formativo e di tutela dei beni comuni”, come specifica l'assessore regionale al Lavoro Antonio Scavone. Si tratta dei Puc: in questa sigla, che sta per Progetti utili alla collettività, si celano in altre parole interventi nei mercati, nei musei, nelle aree verdi e nelle spiagge”.

“L - attraverso i Centri per l'impiego e con il supporto dei navigator ha predisposto gli elenchi dei beneficiari del reddito di cittadinanza da avviare ai Puc. Il beneficiario del reddito di cittadinanza è tenuto ad offrire, nell'ambito del patto per il lavoro e del patto per l'inclusione sociale, la propria disponibilità alla partecipazione”.

Il punto è che però non esiste un elenco regionale: “Le liste – specificano dall'assessorato – sono stilate per Comune”. D'altro canto i progetti saranno attivati nei Comuni di residenza: i precari dovranno mettersi a disposizione per almeno 8 ore alla settimana, che possono essere aumentate fino a 15. “Di concerto con Anpal – dice Scavone - abbiamo stilato l'elenco dei beneficiari. Si tratta di un lavoro propedeutico che permetterà di accelerare i tempi di risposta alle richieste dei Comuni. Nel caso in cui i progetti predisposti dai Comuni prevedano un numero di posizioni inferiori rispetto ai beneficiari tenuti agli obblighi, i Centri per l'impiego predisporranno una graduatoria seguendo alcuni criteri come la decorrenza del beneficio e la partecipazione di almeno un componente per nucleo familiare”. 

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