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Collocazione Palischermo San Tommaso presso Piazza ‘Ngonia Tono.



 Collocazione Palischermo San Tommaso presso Piazza ‘Ngonia Tono.

ASSOCIAZIONE TONO SOLEMARE MILAZZO  Scrive
al Sig. Sindaco Città di Milazzo Avv.Giovanni Formica e Al Sig. Assessore B.B. C.C. Dott.Salvo Presti


Premesso che, la nostra Associazione, tra gli elementi caratterizzanti del proprio Statuto, contempla la conservazione dei beni relativi al territorio della Contrada Tono, il Direttivo della nostra Associazione nella sua unanimità, avendo appreso dagli organi di stampa dell’iniziativa da Voi intrapresa, con l’autorizzazione della Sovraintendenza B.B. C.C. di Messina, relativamente al recupero del Palischermo San Tommaso, attualmente collocato presso lato mare di Piazza San Papino, si permette di manifestare le proprie considerazioni a riguardo.
Apprezza la scelta di allestire una culla in carpenteria metallica, prima di movimentare lo scafo, onde garantirne la tenuta e, successivamente, dopo i necessari restauri, collocarla in un luogo protetto e consono alla storia che rappresenta, relativamente al quale, il parere del Direttivo è che la destinazione altra non può essere che la Piazza della ‘Ngonia del Tono, ovviamente, realizzando una struttura con valenza artistica che la protegga da ogni genere di rischio.
Tale indicazione farebbe tornare l’imbarcazione nel suo luogo di origine, restituendogli la dignità di monumento, valorizzando, nel contempo, la piazza che a tutt’oggi, come isola pedonale risulta spoglia, in quanto priva di qualsiasi arredo urbano.
Sicuri di un benevolo accoglimento del nostro contributo, nel rispetto delle Vostre competenze decisorie, ci dichiariamo, fin da ora, disponibili ed interessati ad ogni iniziativa e forma di collaborazione miranti alla salvaguardia del bene in oggetto.
Cordiali saluti

Il Presidente
Dott.Domenico Sapienza
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Finalmente dopo decenni di inerzia un pò di attenzione sull'antica imbarcazione della Tonnara del Tono. Va bene trasferirla, va bene coprirla con teli nell'immediato, ma perché (e ci rivolgiamo soprattutto alla Sovrintendenza) fare a fette la porzione di scafo ancora integra pur di farla passare tra le strette porte del Castello, quando invece l'intera imbarcazione potrebbe essere trasferita ai Molini Lo Presti, dove (come attestano le foto qui pubblicate) ci sono locali alquanto capienti in cui accedono con facilità anche gli autoarticolati? Perché complicarsi la vita? #museoryolo #storiapatriamilazzo
***
L’ipotesi di trasferimento del palischermo S. Tommaso all’interno della Cittadella fortificata (edificio cosiddetto del Cavaliere) suscita non poche perplessità in termini di fattibilità. L’antica imbarcazione della Tonnara del Tono, infatti, non passerebbe attraverso le strette aperture dei locali della stessa cittadella fortificata, se non previo sezionamento dello scafo in più parti. O addirittura disassemblando l’intero scafo ordinata per ordinata.
Nel caso dell’edificio cosiddetto del Cavaliere quest’ultima sarebbe la soluzione obbligata, sempreché non si decida di allargare le aperture nelle murature consentendo il passaggio di porzioni più voluminose dello scafo, ma tale ultima soluzione non ci entusiasma, anche perché rimarrebbe l’interrogativo del trasporto dall’ingresso della cittadella fortificata sino al cosiddetto Cavaliere: siamo proprio sicuri che un camion gruato, con tanto di carico tutt’altro che uniforme, sia in grado di superare agevolmente la galleria con volta a botte della cinta spagnola, l’arco in pietra da taglio che la precede e poi infine la Porta Aragonese?
Non ci entusiasma poi l’idea di sezionare lo scafo. Disassemblarlo interamente o anche solo in parte comprometterebbe l’integrità delle componenti lignee ancora in buone condizioni, indebolirebbe ulteriormente lo scafo già ammalorato e comporterebbe inevitabilmente un aggravamento dei costi della manodopera specializzata (carpentieri navali), che dalle nostre parti è merce rarissima. Si dovrebbe inevitabilmente fare affidamento a manodopera proveniente da altre province o, peggio ancora, da altre regioni, con inevitabile lievitazione dei costi per trasferimenti e pernottamenti della stessa manodopera.
Il suggerimento della presente nota è dunque quello di ricorrere il meno possibile ai carpentieri navali (di arduo reperimento), privilegiando invece i lavori di carpenteria metallica, che dalle nostre parti (grazie soprattutto alla Raffineria) dispongono di manodopera più che abbondante. Ecco dunque nel dettaglio i termini della presente proposta che mira al trasferimento dell’imbarcazione previa realizzazione di una culla non invasiva in carpenteria metallica.
Le misure per modellare la carpenteria metallica della culla dovranno essere prese - prima di movimentare lo scafo - sulla fiancata in buone condizioni. La culla dovrà essere pronta (allo scopo di provarla e modellarla) prima di trasferire ad altra sede il palischermo.
Sarà occultata dal pietrisco (meglio sassolini spiaggia di Ponente) la base rettangolare realizzata con robuste travi metalliche, su cui dovranno essere saldate le singole “costole” della culla, lqe quali abbracceranno, sostenendolo, l'intero scafo (vedasi foto qui allegata). Sarà così possibile rialzare la fiancata collassata (murata destra), restituendo allo scafo la forma originaria e facilitando di gran lunga l'operazione di riassemblamento della medesima fiancata collassata.
A questo punto, grazie alla culla ed alla robusta travatura basamentale della stessa, sarà possibile sollevare con autogrù l’intero scafo e trasferirlo in altra sede, che non potrà essere ovviamente la cittadella fortificata, vista l’impossibilità di far passare dalle aperture lo scafo integro lungo ben 17 metri.
Per il trasferimento si propongono come sede temporanea (ma potrebbe trattarsi anche di sede definitiva) i locali coperti a pian terreno degli ex Molini Lo Presti, provvisti di grandissime aperture (vi entravano persino i vagoni ferroviari su trasporto gommato) e di proprietà del Comune di Milazzo, che li vorrebbe convertire in Porta del Mare al servizio della portualità, raccogliendo ivi i vari enti marittimi pubblici e privati, visto che i Molini si affacciano sul Porto. È ovvio che attualmente il palischermo si trova esposto alle intemperie in piazza S. Papino, dunque i locali coperti dei Molini Lo Presti - peraltro sottoposti a tutela grazie al D.D.G. n. 3027 del 05.11.14 - sarebbero l’ideale per preservare il bene culturale dall’acqua piovana e dalla salsedine nell’immediato.
In alternativa il palischermo integro munito di culla metallica - dunque facilmente trasportabile ovunque – potrebbe essere movimentato in un secondo tempo nel capiente cortile posto alle spalle dell’ex Asilo Infantile Calcagno, destinato dal Comune (ente proprietario dell’immobile) a Museo del Mare e delle tradizioni marinare o ancora nella piazza del ‘Ngonia del Tono, facendolo ritornare nella contrada di provenienza. In entrambi i casi si aggiungerebbe il costo di una robusta tettoia metallica (tutt'altro che la ridicola serra appena smontata), costo che potrebbe essere sostenuto in tempi più floridi per le casse comunali. Nel frattempo, il palischermo, sotto i solai dei Molini Lo Presti, si preserverebbe dall’azione non certo benefica delle acque piovane e potrebbe essere oggetto di restauro (con copertura di pece lungo la fiancata destra, più ammalorata dell’altra, e - tra l’altro – col suggerimento stilizzato di componenti lignei non più esistenti come lo “stiratu”, dove poggiavano i piedi i tonnaroti durante il cruento rito della mattanza).
In sintesi, il trasferimento ai Molini Lo Presti, se da un lato eviterebbe di compromettere ulteriormente l’integrità dello scafo, impedendo ulteriori tagli e sezionamenti delle componenti lignee e preservando lo stesso scafo dall’acqua piovana, dall’altro consentirebbe un minor esborso di denaro della collettività (denaro che si potrebbe investire piuttosto per riattare proprio il locale degli stessi Molini Lo Presti in cui ospitare il palischermo). Ma soprattutto ridurrebbe i rischi e le incognite legati alla movimentazione entro la cittadella fortificata.

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