Milazzo Concerto musica da camera Trio Pavane Musiche di :J. Clinton, S.Salomon, Saint-Sans e Shostakovitch
Evento
Concerto musica da camera Trio Pavane
Musiche di :J. Clinton, S.Salomon, Saint-Sans e Shostakovitch.
Flauto: Ilenia Giorgianni
Clarinetto: Agata Feudale Foti
Pianoforte: Andrea Gitto
Spazio a Palazzo D'amico al Concerto musica da camera Trio Pavane - protagonisti bravi musicisti di Milazzo che da giovanissimi hanno abbracciato l'arte e la musica .
Un grande impegno e sacrifici personali e dei loro genitori , che oggi li vedono pratagonisti e omaggiati dal pubblico
L'appuntamento è per il 9 Dicembre 2023 , alle ore 18:30 presso Palazzo D'Amico .
A seguirli , sicuramente , un pubblico appassionato e competente , ma anche una Madrina d'eccezione , la Dott Fabiana Bambaci , consigliera comunale di Milazzo , da sempre sensibile all'arte e la musica
La musica di piccole forme e di strumentazioni da camera sarebbe diventata il fulcro del compositore francese Gabriel Fauré (1845-1924). Nel 1874, dopo molti anni trascorsi nelle 'province', il maestro di Camille Saint-Saëns assunse l'incarico di organista a Parigi; in seguito lavorò non solo come musicista di chiesa ma anche come insegnante.
Nell'estate del 1887 Fauré scrisse la sua Pavane opus 50, originariamente destinata a un concerto di intrattenimento leggero, che presto guadagnò grande popolarità come impostazione orchestrale senza e con il coro aggiunto da Fauré.
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Il suo giusto apprezzamento presuppone una cultura poetica e un amore per il dettaglio spinti all’estremo. I pensieri simbolisti o, i versi poetici tratti da Pierre de Ronsard, (principe dei poeti, come venne definito) o di François Villan ne fanno un genere che può essere considerato innanzitutto letterario.
Questa raffinatezza, considerata da alcuni per pochi, spiega come mai la melodia rimanga un genera poco apprezzato dal “grande” pubblico, poiché una parte di questa musica (paradossalmente la parte più eseguita in concerto) molto spesso evita l’espressione di sentimenti diretti.
Il talento dell’interprete dev’essere quello di un narratore, l’arte del pianista quello di un’orchestra immaginaria. Lanciata da Gounod e Berlioz, la moda della melodia fiorisce successivamente sia tra i compositori conservatori (Dubois, Massé, Delibes, Paladihe) sia tra quelli innovatori come Chausson, Debussy, Ravel, Poulenc, accanto ai quali troneggia il maestro assoluto del genere, Gabriel Faurè. Egli frequentò all’età di nove anni la scuola di musica classica e sacra fondata nel 1853 da Louis Niedermeyer.
La melodia romantica e leggermente malinconica è un brano orecchiabile che, grazie al presente arrangiamento, può ora essere eseguito anche da solista con l'accompagnamento di pianoforte.
In particolare nella musica cameristica si possono cogliere alcuni lavori tra i più riusciti di Fauré, in cui riesce ad esprimere in modo efficace quell’intimismo melodico, tra il nobile e il malinconico, caratterizzante l’anima del compositore. Tra i pezzi cameristici vanno messi in evidenza la Prima Sonata per violino e pianoforte (1876), il Secondo Quintetto con pianoforte (1921), messaggio di elevata bellezza lirica, il Trio op. 120 per clarinetto (o violino), violoncello e pianoforte (1923) e il Quartetto per archi (1924), considerato il testamento musicale di Fauré.
Il Trio op. 120 in re minore per clarinetto (o violino), violoncello e pianoforte è il penultimo lavoro di Gabriel Fauré, terminato a marzo del 1923 all’età di 78 anni, un anno prima della morte. Nel mese di settembre 1922, durante un soggiorno in Savoia, Fauré comunica alla moglie di aver iniziato a scrivere un trio per clarinetto, violoncello e pianoforte; tuttavia, a composizione ultimata, non c’è traccia del clarinetto e nemmeno nell’edizione a stampa di Durand. Più tardi si fece cenno ad una possibile alternativa tra il clarinetto e il violino. Il clarinetto, comunque, può eseguire facilmente la parte del violino e presentare il brano in una veste caratterizzata dal suo timbro morbido e luminoso.
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