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Capo D'Orlando il "Consultorio Familiare " osservatorio di civiltà " L’Asp di Messina ha assicurato la presenza di un ginecologo .

Capo D'Orlando 

Buone notizie per il mantenimento del servizio di consultorio familiare di Capo d’Orlando - presso il Poliambulatorio della Città paladina , dopo il pensionamento del precedente ginecologo.
Le assicurazioni sono venute dal direttore sanitario dell’Asp di Messina , che ha ricevuto le sollecitazioni del sindaco Franco Ingrillì e dei riferimenti della Rete Civica della Salute.
L’Asp di Messina, infatti, ha assicurato la presenza di un ginecologo nella sede del consultorio di via Mancini, nei giorni del 16 e 23 febbraio e nei giorni del 2, 12, 19, 23 marzo e del 2 aprile.
Soddisfazione è stata espressa dal sindaco Ingrillì che nei giorni scorsi , insieme all’assessore Rosanna Buzzanca, aveva incontrato le referenti delle Rete Civica della Salute, la coordinatrice provinciale Marisa Briguglio, il riferimento distrettuale Letizia Martella, il riferimento comunale Francesca Pietropaolo e la “cittadina informata” Antonella Raffaele Addamo.
Una sinergia importante tra Amministrazione Comunale e Rete Civica che, ha consentito di affrontare un problema molto sentito, nonostante la presenza di una ostetrica e di una infermiera che garantiscono attualmente l’assistenza alle donne in gravidanza.
In attesa di ripristinare il servizio completo con la presenza quotidiana di un ginecologo.  In questo particolare momento storico particolare si apprezza ancora di più la tutela fondamentale del diritto alla salute”
Per recarsi al " Consultorio " non è necessaria prescrizione medica, basta presentarsi negli orari di visita o prenotare un appuntamento, in maniera totalmente gratuita (se non diversamente precisato), per ottenere assistenza a proposito di problematiche individuali, di coppia o familiari.
Il consultorio familiare pubblico accoglie tutte le donne, italiane e straniere (anche senza permesso di soggiorno) ed i loro figli minorenni, i giovani e, per alcuni servizi, le coppie. Un assistente sociale li indirizzerà verso la figura di riferimento e il servizio a loro più adeguato; il tutto nell’anonimato, riservatezza e segreto sono imposti dalla legge.
Quando si pensa alla parola - consultorio - viene subito in mente, dal termine stesso ‘consulto’, un centro d’ascolto, di confronto e conforto, un posto dove trovare un accessibile e immediato aiuto.
Ma cosa è nello specifico un consultorio e cosa fa?
Il consultorio familiare - compreso quello orlandino,  è un servizio socio-sanitario territoriale, istituito in Italia con la Legge numero 405 del 29 luglio 1975 , a cui hanno fatto seguito, dal 1975 al 1979, le leggi regionali attuative, per il servizio di assistenza alla famiglia e alla maternità.
I consultori familiari sono erogati dall’Asl – Azienda Sanitaria Locale. Vi lavorano medici, infermieri, dietologi, psicologi, educatori, sociologi, avvocati ed assistenti sociali; ultimamente è spesso presente anche un mediatore linguistico-culturale che si occupa dei problemi degli immigrati.
Vengono definiti i suoi molteplici compiti, questi sono: l’assistenza psicologica e sociale per la preparazione alla genitorialità;
la prevenzione dei fenomeni di maltrattamento e abuso a danno dei minori e delle donne; la tutela della salute della donna e del suo concepimento;
la divulgazione delle informazioni idonee a promuovere o a prevenire la gravidanza consigliando i metodi ed i farmaci adatti a ciascun caso e, quindi, la consulenza riguardo procreazione responsabile, contraccezione, fertilità o l’interruzione volontaria di gravidanza;
uno spazio di ascolto per i giovani e gli adolescenti ed, ancora, altri scopi liberamente scelti in base alle necessità specifiche del territorio in cui si trova.
"Consultorio Familiare " osservatorio di civiltà "
Molto dei  meriti sono   del movimento delle donne degli anni 70 ad evidenziarne l’esigenza. che hanno posto l’attenzione pubblica sulla necessità di un punto di incontro, cura e confronto incentrato sulla soggettività femminile. Una grande rivendicazione della loro identità ed emancipazione.
Tante le sentenze ottenute per sollecitare la società di quel periodo sulla questione. Un esempio sono le sentenze della Corte Costituzionale sulla pubblicità dei metodi contraccettivi nel 1971 e, poi, sull’aborto terapeutico nel 1975, il referendum sul divorzio nel 1974 e la prospettiva di quello sull’aborto.
Fondamentale, infatti, l’ottenimento della legge 194/78, un enorme obbiettivo raggiunto per le donne.
Legalizzava l’interruzione volontaria di gravidanza, prima d’allora considerata reato da parte del codice penale italiano.
L’art. 2 regolamentava la funzione fondamentale dei consultori nell’accompagnamento della donna e l’informazione sui suoi diritti.
Le donne che costituiscono il primo organico consultoriale sono quelle stesse donne che combatterono per ottenerlo, che compresero a pieno il valore da esso assunto per tutte loro.
Modernizzarono e innovarono l’intero modello direttivo tradizionale, dando grande risalto al momento dell’accoglienza e dell’ascolto. Un lavoro di gruppo e multidisciplinare a garantire cura e accoglienza continua alla donna, accompagnate da un processo di formazione ed informazione.
Questa innovativa forma di accoglienza correva velocemente, non altrettanto velocemente riuscirono a tenere il passo istituzioni, norme e servizi, soprattutto al Sud.

(Notizie fonte web)

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