Filippo Russo
Eticamente
(filrus, 18 agosto 2020)
VERSO LE ELEZIONI, CON SCIENZA E COSCIENZA
L’uomo della strada spesso esprime in modo rozzo l’intenzione del candidato sindaco, “levati tu che mi devo mettere io”, una sorta di display nella corsa verso “la conquista del potere” senza tener conto delle motivazioni interiori della scelta. “Il re”, poi, pagherà sulla propria pelle e si ritroverà nudo quando avrà preso atto della differenza tra intendimenti (il voler fare) e comportamenti (cosa fare), discrasia rappresentativa della fine di un amore. Su un sentire comune, almeno all’inizio, si fonda, infatti, il patto tra eletto ed elettori. Voler fare è cosa buona e giusta, ma cosa si fa e come costituisce lo spartiacque tra principio di servizio per la collettività e attività pubblica a supporto di un interesse di parte. E qui cominciano i dolori.
Noi diamo per scontato che ogni candidato, quindi ogni futuro eletto, sia animato da buoni propositi che, tuttavia, cammin facendo, potranno scontrarsi con gli ostacoli della quotidianità, per cui ciò che si credeva semplice si rivelerà ingarbugliato. La tensione iniziale potrà allora affievolirsi, potrà subentrare persino un senso di scoraggiamento o, peggio ancora, la volontà di galleggiare, cioè di tirare a campare, metodologia, quest’ultima, non considerata una "deminutio", ma che sancirà, a lungo andare, il rovesciamento della figura prima dominante nell’immaginario collettivo. Di mancata corrispondenza tra i pronunciamenti di ieri e la realtà effettuale seguita si sono notati più volte i segni a Milazzo, impasse giustificato con una condizione finanziaria assai complicata e lo scarso contributo di un personale via via assottigliatosi, poco adeguato a rispondere alle mille sollecitazioni della prassi amministrativa, motivo per cui la rielezione, per ogni sindaco uscente, è risultata sentiero pressoché impraticabile. Di tutto questo devono avere contezza i prossimi sfidanti. Scienza e coscienza: intreccio indissolubile.
Sempre viva, inoltre, l’ammonizione rivolta a Jacopo Ortis, del “giovine dritto e bollente di cuore ” destinato a divenire “vittima del potente”, dell’ipocrisia e delle sabbie mobili. “Incontaminato dalla comune bruttura” sarà “altamente laudato; ma spento poscia dal pugnale notturno della calunnia” e abbandonato financo dagli amici….
Alla vigilia di un percorso così accidentato, i candidati scalpitano già ai nastri di partenza, gli striscioni in bella evidenza sui balconi, le postazioni internet occupate da tempo. Questo – direbbe il poeta – “è il più gradito giorno, pien di speme e di gioia”, ma del doman – aggiungiamo noi - non c’è certezza. Auguri a tutti, e con una raccomandazione: se partecipare è una scelta e riconoscere la sconfitta una prova d’umiltà, vincere richiede soprattutto fedeltà alla luce primigenia della propria coscienza. Mai dimenticarlo.
https://www.facebook.com/filippo.russo.334
Eticamente
(filrus, 18 agosto 2020)
VERSO LE ELEZIONI, CON SCIENZA E COSCIENZA
L’uomo della strada spesso esprime in modo rozzo l’intenzione del candidato sindaco, “levati tu che mi devo mettere io”, una sorta di display nella corsa verso “la conquista del potere” senza tener conto delle motivazioni interiori della scelta. “Il re”, poi, pagherà sulla propria pelle e si ritroverà nudo quando avrà preso atto della differenza tra intendimenti (il voler fare) e comportamenti (cosa fare), discrasia rappresentativa della fine di un amore. Su un sentire comune, almeno all’inizio, si fonda, infatti, il patto tra eletto ed elettori. Voler fare è cosa buona e giusta, ma cosa si fa e come costituisce lo spartiacque tra principio di servizio per la collettività e attività pubblica a supporto di un interesse di parte. E qui cominciano i dolori.
Noi diamo per scontato che ogni candidato, quindi ogni futuro eletto, sia animato da buoni propositi che, tuttavia, cammin facendo, potranno scontrarsi con gli ostacoli della quotidianità, per cui ciò che si credeva semplice si rivelerà ingarbugliato. La tensione iniziale potrà allora affievolirsi, potrà subentrare persino un senso di scoraggiamento o, peggio ancora, la volontà di galleggiare, cioè di tirare a campare, metodologia, quest’ultima, non considerata una "deminutio", ma che sancirà, a lungo andare, il rovesciamento della figura prima dominante nell’immaginario collettivo. Di mancata corrispondenza tra i pronunciamenti di ieri e la realtà effettuale seguita si sono notati più volte i segni a Milazzo, impasse giustificato con una condizione finanziaria assai complicata e lo scarso contributo di un personale via via assottigliatosi, poco adeguato a rispondere alle mille sollecitazioni della prassi amministrativa, motivo per cui la rielezione, per ogni sindaco uscente, è risultata sentiero pressoché impraticabile. Di tutto questo devono avere contezza i prossimi sfidanti. Scienza e coscienza: intreccio indissolubile.
Sempre viva, inoltre, l’ammonizione rivolta a Jacopo Ortis, del “giovine dritto e bollente di cuore ” destinato a divenire “vittima del potente”, dell’ipocrisia e delle sabbie mobili. “Incontaminato dalla comune bruttura” sarà “altamente laudato; ma spento poscia dal pugnale notturno della calunnia” e abbandonato financo dagli amici….
Alla vigilia di un percorso così accidentato, i candidati scalpitano già ai nastri di partenza, gli striscioni in bella evidenza sui balconi, le postazioni internet occupate da tempo. Questo – direbbe il poeta – “è il più gradito giorno, pien di speme e di gioia”, ma del doman – aggiungiamo noi - non c’è certezza. Auguri a tutti, e con una raccomandazione: se partecipare è una scelta e riconoscere la sconfitta una prova d’umiltà, vincere richiede soprattutto fedeltà alla luce primigenia della propria coscienza. Mai dimenticarlo.
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