Milazzo Lavoro: "Forte preoccupazione per il futuro dello stabilimento A2A, la minoranza chiede un consiglio straordinario
"Forte preoccupazione per il futuro dello stabilimento"
«È opportuno accendere i riflettori sul futuro della Centrale A2a ed a muoversi deve essere anche la politica».
A sottolinearlo il consigliere comunale Pippo Crisafulli che, accogliendo diverse sollecitazioni di lavoratori dell’impianto di Archi preoccupati per il futuro del sito industriale, assieme ai colleghi della minoranza, ha presentato una richiesta di consiglio comunale straordinario e aperto per affrontare la questione, chiedendo la presenza anche dei vertici della holding lombarda.
«Ormai da diversi mesi si è aperto un dibattito in merito al possibile disimpegno di A2a dal sito di San Filippo del Mela – afferma Crisafulli – con il dirottamento degli investimenti previsti a seguito di strategie aziendali che non vedrebbero ritorni. Ritento che si debba affrontare in maniera più approfondita la questione e per questo assieme ai colleghi consiglieri Lorenzo Italiano, Damiano Maisano e Alessio Andaloro abbiamo deciso di far convocare una seduta straordinaria di consiglio aperta alla partecipazione dei deputati regionali e anche nazionali, dei sindacati, di Sicindustria. È doveroso impegnarci tutti insieme per evitare che un sito importante anche dal punto di visto occupazionale, nel giro di qualche anno subisca un ridimensionamento tale da renderlo praticamente quasi inattivo. E ciò non è possibile anche perché per anni si è combattuto per mitigare gli effetti dell’inquinamento e adesso che c’è la possibilità della riconversione, le cose cambiano. Lo dobbiamo ai lavoratori, che non possono correre il rischio di rimanere a casa, ma anche alle comunità del comprensorio. Qui è in gioco la tenuta dell’indotto e del tessuto economico e sociale di tutto il territorio. Per questo la chiarezza e la trasparenza sui programmi è fondamentale».
Forte preoccupazione per il futuro dello stabilimento, a dirlo sono Cgil, Cisl e Uil, insieme alle categorie dei metalmeccanici Fim, Fiom e Uilm e degli elettrici Flaei, Filtcem e Uiltec. dopo il tavolo convocato dal prefetto Cosima Di Stani su sollecitazione dei sindacati "per avere chiarezza sugli investimenti dell’azienda necessari ad accompagnare il sito messinese al nuovo modello produttivo".
"Per noi è fondamentale conoscere quali saranno i passaggi della transizione sociale, quella dei lavoratori – affermano i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Pietro Patti, Antonino Alibrandi e Ivan Tripodi – desideriamo conoscere i piani per il mantenimento dell'occupazione attuale, quelli per la riqualificazione del personale ed i programmi per il rilancio che significa un futuro certo per il sito. La preoccupazione non è solo per i dipendenti dell’A2a ma c’è in gioco la tenuta dell’indotto e del tessuto economico e sociale di tutto il territorio".
"All’interno dello stabilimento ci sono progetti per impianti come quello della plastica o del forsu che hanno bisogno di completare l’iter autorizzativo e altri che rappresentano un investimento come quello sui motori a gas - aggiungono - Ma su questo c’è sempre un grande punto interrogativo, in quanto non c’è chiarezza, e non c'è un approfondimento nei dettagli dell’iter e della parte economica. Pertanto, vista la situazione di fortissima preoccupazione, abbiamo chiesto un tavolo permanente che affronti la vicenda in maniera dettagliata, approfondendo le ricadute degli investimenti e quelle occupazionali e che allarghi il ragionamento a tutta l'area industriale di Giammoro perché da A2a dipende la tenuta del comparto industriale delle aziende che operano nell’indotto. Per questo permane lo stato di forte preoccupazione sul mantenimento degli attuali livelli occupazionali ma anche e soprattutto per il futuro della produzione dello stabilimento attorno al quale ruota anche il tema delle energie rinnovabili e del ciclo dei rifiuti".
Per Cgil, Cisl e Uil bisogna "affrontare la scottante vicenda con il linguaggio della chiarezza, ben sapendo che non è ammissibile mettere in discussione l’occupazione e il lavoro. Serve - concludono - una visione d'insieme per lo sviluppo e il futuro del territorio".
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