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Alla Feltrinelli Point di Messina incontro con Domenico Romeo per raccontare la violenza della guerra, le lotte tra fratelli e vicini, c’è l’odio. ma anche l’amore in tutte le sue forme



C’è la violenza della guerra, le lotte tra fratelli e vicini, c’è l’odio. E c’è l’amore in tutte le sue forme. Ci sono storie di donne, bambine, madri, sorelle, figlie, nonne. Vittime, carnefici, complici, libere. C’è il Medio Oriente e la Francia degli anni duemila, il G8 a Genova, ci sono i campi profughi e le conseguenze delle guerre di religione.

C’è tutto questo nel “Romanzo libanese” di Domenico Romeo (editore Castelvecchi), presentato alla Feltrinelli Point di Messina nel corso di un’originale iniziativa dell’associazione Kafka che ha unito alla lettura di alcune pagine del libro anche la danza, la musica, la riflessione.

“Nel 1981, quando sono nata, gli israeliani ancora non avevano invaso il mio Paese per “liberarlo” e “salvarlo””, racconta Suahir all’inizio del romanzo. La terra dei cedri diventerà presto un palcoscenico sanguinoso di lotte fratricide, d’invasioni, violenze. Attraverso la vita di Suahir lo scrittore, giunto al suo settimo libro, racconta un tratto della storie del Medio Oriente fino al post G8 di Genova. Prima degli anni ’80 il Libano era considerato la Svizzera del Medio Oriente ma quella terra di confine è diventata teatro di odio tra fazioni.
La protagonista, (cristiano maronita) nel corso del racconto si “trasforma” ed anche nel nome, per nascondere la sua identità, nel trasferirsi temporaneamente a Parigi per rendere internazionale il messaggio di rivoluzione, assumerà un altro nome, quello di Elisabeth.





Lei, la bambina che non capisce cosa le accade intorno, si trasforma in rivoluzionaria estremista pur di affermare la sua identità in un Paese, in Libano, frammentato tra fazioni, invasori, alleati che il giorno dopo diventano nemici.

Andrà in Francia protetta dai servizi segreti deviati; parteciperà al G8 di Genova; tornerà nella sua terra dove ricercherà un amore impossibile.

Attraverso gli occhi della protagonista, che in alcuni tratti appaiono accecati dall’odio, viviamo le tragedia di popoli dilaniati da mezzo secolo ed oltre, scopriamo storie di donne diverse, palestinesi, israeliane, donne che hanno patito le più orribili violenze, i lutti più terribili, donne coraggiose e donne arrese.

Romanzo libanese racconta la tragedia di un popolo diviso e che intravede la salvezza solo nella possibilità di superare le barriere di antichi odi.

La presentazione del libro è stata arricchita dagli interventi di Vittoria Arena, dalle letture di Teresa Franco, Francesco Micari, Antonella Saracino e dalle coreografie di Antonella Gargano e Rosanna Gargano (Teatrodanza).

Rosaria Brancato


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