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Alla libreria Feltrinelli - Incontro-Dibattito, sul ruolo dei Consultori in un confronto tra colleghi del territorio. riicordarta Adriana Zimbaro Minniti, una vita per i diritti delle donne.





Alla libreria Feltrinelli di Messina - "Incontro-Dibattito, sul ruolo dei Consultori in un confronto tra colleghi del territorio", 
organizzato dal Dott Antonello Farsaci specialista • PREVENZIONE TUMORE AL SENO - MAMMOGRAFIA IN SCREENING (età 50/69 anni)Resp. U.O.S. Screening Mammografico ASP
I Consultori Familiari pubblici in Italia sono stati ufficialmente previsti con la legge quadro 405 del 1975 e, già nella quasi totalità delle leggi regionali costitutive di questi servizi in seguito alla sua emanazione, veniva individuato come loro compito prioritario la promozione ed educazione alla salute della donna, della coppia, della famiglia e della comunità con particolare riferimento alla sfera sessuale ed affettiva, alla procreazione libera e consapevole e alla prevenzione delle cause patogene di ostacolo ad una sana vita sessuale ed alla procreazione.

Il servizio dunque nasceva alla luce di un nuovo concetto di salute intesa non più come mera assenza di malattia, ma come “completo benessere fisico psichico e sociale”, come indicato nel 1946 dall’Organizzazione Mondiale della sanità (OMS). Anche grazie allo svilupparsi delle discipline psicologiche e sociali era gradualmente maturata in chi si occupava di sanità pubblica, la consapevolezza che fosse necessaria una nuova modalità di approccio alla salute, considerando la persona nella sua completezza e complessità per rispondere in modo adeguato ai suoi bisogni promuovendone il benessere.


La traduzione concreta di questi concetti ha portato il legislatore a prevedere all’interno del nuovo servizio la compresenza di molteplici figure professionali; ad esempio, in Lombardia, la legge 44 del 1978 stabilisce la presenza di assistente sociale, laureato o specializzato in psicologia, medico specialista in ostetricia e ginecologia, medico specialista in pediatria, ostetrica, assistente sanitaria visitatrice, prevedendo che si possa inoltre integrare questo gruppo di operatori, con altre figure professionali ed avvalersi di volta in volta di altri specialisti. Tale legge, come la maggior parte delle leggi regionali istitutive dei Consultori in Italia, specifica anche che gli operatori individuati “operano secondo modalità di lavoro di gruppo in collegamento con gli altri operatori pubblici sanitari, scolastici e sociali presenti nella zona”.
Si era compreso che, per rispondere in modo efficacie ai bisogni dei singoli e della comunità in materia di salute, fosse necessario guardare alla persona in modo integrato, dai diversi punti di vista disciplinari; l’equipe multiprofessionale diventa quindi il fulcro del lavoro consultoriale, il “cuore pulsante” del servizio.
Accanto a questo, e di altrettanta importanza, è stata la maturazione del concetto di partecipazione e coinvolgimento attivo della persona/utente come elemento necessario ed imprescindibile nel processo di costruzione/mantenimento del suo benessere.
La consapevolezza della necessità della partecipazione attiva dei cittadini nella costruzione del benessere della Comunità, già presente nel movimento culturale che aveva portato anche alla costituzione di Consultori, è andato via via sviluppandosi ed arricchendosi ulteriormente con la crescita e l’integrazione degli studi psicologici, sociologici ed epidemiologici in un movimento culturale e scientifico che ha trovato la sua espressione a livello mondiale nel 1986 attraverso la carta di Ottawa per la promozione della salute.

L'incontro presso la libreria Feltrinelli di Messina è stato  l'occasione per ricordare Adriana Zimbaro Minniti, una vita per i diritti delle donne.
Pioniera per le battaglie sul divorzio e a sostegno della legge sull'aborto, fondò a Santa Lucia del Mela il primo consultorio. Il ricordo di chi ha combattuto al suo fianco
"Dobbiamo lottare sempre, perché non siamo mai al sicuro" non si stancava di ripeterlo quando parlava delle donne. Risuonano queste sue parole ancora che Adriana Zimbaro Minniti che nel 2020 , a 86 anni ci ha lasciati.
Una vita spesa per i diritti, per la libertà di scelta, ha segnato la storia di Messina per le sue battaglie civili e politiche dalla parte delle donne. Zimbaro Minniti, da donna, sapeva accogliere il dolore di maternità interrotte, perdute, insperate. Tanti ricordano il suo impegno prima per avere la legge 184 e poi per difenderla. A Santa Lucia sopra Contesse, insieme a Udi che ha poi ha fondato il Cedav a Messina, ha contribuito a realizzare il primo consultorio autogestito prima ancora della legge che li istituisse e per diffondere la contraccezione tra le donne, soprattutto quelle dei quartieri popolari.
Bellissima, alta e carismatica – ricorda Carmen Currò presidente emerito del Cedav a MessinaToday - riempiva la stanza con la sua presenza. “Era un pilastro negli anni Settanta, pioniera delle battaglie per le donne a Messina – ricorda – a partire dalla legge sul divorzio. Non dimenticherò mai la sua generosità e la sua passione che la portò anche a intestarsi i locali dello Iacp a Santa Lucia Sopra Contesse dove è stato creato il Consultorio che le portò anche tante rogne come minacce da parte di mariti che vedevano come fumo negli occhi la nostra presenza come Udi”.
Una sensibilità rara, che anche per esperienze personali, l’ha portata poi a fondare una associazione per disabili psichici. La figlia Alessandra Minniti, “Se penso alla mia infanzia e giovinezza - scrisse su fb - mia madre è stata un modello di passione civile, una vera pasionaria dei diritti delle donne, con una particolare sensibilità sociale, perché lei si è sempre battuta per i più umili e indifesi, quando, pur rimanendo ciò che era, frequentava i quartieri più poveri, dove non arrivano i servizi sociali, dove diffusi erano gli aborti clandestini e le violenze in famiglia e il carcere. Ma lei non ha mai avuto la puzza sotto il naso e si batteva per ottenere servizi”.
Per tutti vale il principio di non sottrarsi e lei non si è mai sottratta, impegnandosi gli ultimi trent'anni nel sostegno alle famiglie dei disabili psichici, battagliando con i medici per l'inserimento nelle comunità, per il diritto alle cure, e per combattere in ogni modo il crudele tabù che impedisce ancora oggi che vi sia solidarietà verso chi è affetto da malattia mentale”.

Al dibattito sono intervenuti , tra li altri : L.Stancanelli, M.L .D’Amico e M.Santo per i ricordi, le leggi e le esperienze.
Un grazie a V. Sanzarello, N.Santisi che con R. Zurzolo e R.Grasso hanno parlato dei loro progetti consultoriali attuali per la salute della donna e della coppia. L’obiettivo è poter rivalorizzare al meglio questa struttura, patrimonio unico ed originale per tutti i cittadini.


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