al "Milazzo Film Festival 2022" anche l’associazione “città invisibili”, in programma con una serie d'importanti incontri , tra Lipari e Milazzo
CITTA' INVISIBILI
“Ogni città riceve la sua forma dal deserto a cui si oppone.”
(Italo Calvino – Le città invisibili)
Nella conice del "Milazzo Film Festival l’associazione “città invisibili”organizza una serie di eventi estivi tra Lipari e Milazzo
Milazzo . Giovedi 21 luglio 2022 . il Dott. Nicola Gratteri, procuratore generale di Catanzaro, sarà il primo ospite dell’Associazione Città Invisibili Milazzo Film Festival.
Nell’anno del trentennale dall’assassinio dei giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, sarà l’occasione per tenere viva la fiamma della conoscenza, della speranza e della cultura della legalità anche a Milazzo. In prima linea contro la ‘Ndrangheta, il dott. Gratteri vive sotto scorta dall’Aprile del 1989. È stata desecretata lo scorso maggio l’informativa secondo la quale le cosche starebbero progettando un attentato in grande stile ai danni del magistrato che in quegli stessi giorni il Csm non aveva nominato procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo.
Milazzo- Lunedi 8 agosto - Nel centesimo annivesario della morte "Drammi Intimi " di Giovanni Verga , con la Prof. ssa Elena D'incerti
-"Drammi intimi" (raccolta di novelle ) è costituita da sei testi caratterizzati da ambientazioni varie come il mondo rurale siciliano, la periferia operaia del nord, i salotti aristocratici. Verga tratteggia i protagonisti di queste novelle con attenzione quasi sociologica, continuando a "eclissarsi" secondo i dettami del verismo e lasciando emergere il tratto pessimista che connota la sua maturità di narratore.
Ma le suggestioni culturali attingono anche altrove: l'intreccio di sentimenti intensi come l'amore e la morte che innerva la raccolta da un lato inserisce quest'opera nel panorama del secondo Ottocento decadente, dall'altro recupera alcune atmosfere della produzione giovanile di Verga tardo-romantica e scapigliata. La vicenda editoriale dei Drammi intimi è complessa: le novelle furono pubblicate in ordine sparso su riviste diverse nel 1883, poi in forma di raccolta nel 1884 (da cui è tratta questa riedizione) e dopo un successivo rimaneggiamento nei Ricordi del Capitano d'Arce del 1891.
Milazzo - venerdì 19 agosto: "Io sono Rita la settima vittima di via D'Amelio , di e con Cucè, Furnari e Protodi Lucio Luca.
Il volume pubblicato da Marotta&Cafiero Editori, lcasa editrice indipendente open access di Scampia.
Quel 19 luglio, in via D’Amelio, esattamente trent’anni fa, le vittime non furono sei. Paolo Borsellino e i cinque agenti della sua scorta, certo. Ma non soltanto loro. Perché a distanza di un migliaio di chilometri, in uno squallido appartamento del quartiere Tuscolano, quel giorno cominciò a morire anche una ragazzina trapanese di nemmeno 18 anni, figlia e sorella di mafiosi uccisi nella terribile faida di Partanna, che a Borsellino aveva affidato la sua vita di collaboratrice di giustizia. Si chiamava Rita Atria, il 19 luglio del 1992 capì che per lei non c’era più alcun futuro.
“Io sono Rita, la settima vittima di via D’Amelio” - non è soltanto un libro che ripercorre il calvario di quella ragazzina, fuggita dalla sua famiglia, da una madre che la voleva chiusa in casa, un fidanzato spacciatore nelle mani della mafia, gli sguardi di un paese che non sentiva più suo. No, si tratta piuttosto di una contro-inchiesta giudiziaria fatta sulle carte ingiallite della Procura che, finalmente, sono venute fuori grazie alla determinazione di tre donne: Giovanna Cucé, giornalista del Tg1, Nadia Furnari, fondatrice e vicepresidente nazionale dell’Associazione Antimafie Rita Atria e Graziella Proto, direttrice della rivista antimafia Le Siciliane/Casablanca.
Milazzo 24 agosto - Salutiamo, amico, il romanzo su boia chi molla di e con Gianfrancesco Turano (Giunti Editore )
Luglio 1970. A Reggio Calabria scoppia la rivolta per il capoluogo, un episodio di guerra civile che durerà mesi e provocherà morti, distruzioni, scontri continui fra le forze dell'ordine e la popolazione. Due tredicenni, amici come si può essere solo a quell'età, si trovano separati dalle barricate e si tengono in contatto con le lettere, portate avanti e indietro dai genitori. Sono troppo giovani per capire che le loro famiglie, legate da vincoli di sangue inconfessabili, sono l'embrione della più potente organizzazione criminale di oggi, la 'ndrangheta. Ma tutta l'Italia, e le stesse forze che si battono per le strade di Reggio, non vedono se non il tassello più vicino ai loro occhi di un disegno più grande, dove l'eversione nera, le cosche mafiose, la massoneria e gli apparati dello Stato guidano la loro danza di morte. Ma la speranza è nei giovani e i giovani protagonisti sapranno farla valere.
CITTA' INVISIBILI
“Ogni città riceve la sua forma
dal deserto a cui si oppone.”
(Italo Calvino – Le città invisibili) nasce per opera di un gruppo di amici che osservano con preoccupazione l’avanzare del deserto, vedendolo dar forma alle città senza opposizione alcuna, per poi penetrarvi e riempirle di vuoto, di vento e di sabbia.
Un deserto non solo fisico, architettonico, ma umano.
Rarefazione di spazi che aumenta, paradosso solo apparente, con l’aumentare dello spazio tra le persone, della distanza ormai infinita che intercorre tra due porte dello stesso pianerottolo, tra due abitazioni del medesimo vicolo.
Non ci muove la ricerca di visibilità, di consenso o di un qualche guadagno.
Coltiviamo da sempre la ferma intenzione di non voler esercitare altro ruolo che quello di cittadino semplice. Il più alto ed essenziale tra tutti, in una democrazia compiuta.
Non avendo altro scopo che promuovere la cultura, intesa nel suo senso più ampio, con ogni mezzo e strumento possibile.
Nella convinzione di non poter forse cancellare il deserto, ma con la speranza di poterlo almeno rallentare, respingere, per restituire la città, moderna somma di rassegnate solitudini, al suo antico ruolo di comunità, asilo degli uomini.
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