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Letta: “Con De Domenico e Zafarana, il Municipio di Messina darà un futuro ai giovani”, presente anche una reppresentanza del PD di Milazzo


martedì 31 Maggio 2022 -

A piazza Casa Pia, il segretario del Pd Enrico Letta individua nella coalizione progressista a Messina un modello per le regionali e nazionali
Enrico Letta in città per De Domenico candidato sindaco e per la coalizione di centrosinistra. Il lavoro e il futuro dei giovani sono i due elementi chiave delle future campagne elettorali siciliana e nazionale. Per il segretario nazionale del Partito democratico, in questo quadro, “Messina gioca un ruolo fondamentale. Da qui parte il modello di una coalizione politica progressista. L’obiettivo – ha messo in risalto a piazza Casa Pia – è vincere alle amministrative per poi avere successo a Palermo e Roma”.

In una piazza composta da dirigenti e militanti che vogliono tornare a sperare, il segretario del Pd si è così rivolto al candidato sindaco De Domenico e alla vicesindaca designata Zafarana, in prima fila assieme a politici e assessori designati: “Franco e Valentina, dovete fare del Municipio di Messina il luogo dal quale i giovani possano immaginare il loro futuro senza essere costretti ad andare via. Questa è una città che non vuole svegliarsi leghista il giorno dopo le elezioni (il riferimento è all’alleanza di Sicilia Vera con Prima l’Italia per Basile sindaco, n.d.r.). Dobbiamo anche sfruttare i tantissimi fondi europei a disposizione e io dico a Franco – ha aggiunto con ironia – stai tranquillo e procedi. Certo, non posso dire stai sereno…”.
A piazza Casa Pia, è l’inno all’ottimismo della volontà (“Stai andando forte…”) cantato da Gianni Morandi a scandire i momenti topici della manifestazione. Solo, in qualche frangente, “La canzone popolare” di Ivano Fossati ricorda la vecchia stagione dell’Ulivo. Tra parlamentari, militanti e cittadini, in prima fila anche Nino Bartolotta, segretario del Partito democratico – Federazione provinciale Messina, tra gli altri , anche una rappresentanza del Circolo Pd di Milazzo e dei circoli dellas fascia Jonica e tirrenuca .
Una delegazione dei lavoratori Blu Jet, accompagnati dai segretari di Filt Cgil e Uiltrasporti Carmelo Garufi e Michele Barresi, ha incontrato Letta subito dopo l’incontro. Giunti al dodicesimo giorno di sciopero, i lavoratori hanno chiesto un impegno sostanziale da parte del Partito democratico e di tutta la coalizione. Si tratta di una vertenza intrecciata con il tema centrale della continuità territoriale sullo Stretto.









Il primo intervento sul palco è quello del deputato Pietro Navarra: “Libertà e sicurezza sono due cardini della nostra campagna elettorale. Libertà dall’odio, dagli insulti e dalla paura. Negli anni di quest’ultima amministrazione comunale, il tessuto collettivo della nostra comunità è stato lacerato. La nostra città è stata isolata dal resto del Paese”.
Navarra ha subito dopo citato alcuni dei cavalli di battaglia antichi e nuovi dell’amministrazione uscente in campagna elettorale: “Dal tram volante al casinò di Palazzo Zanca, dall’abolizione delle partecipate al presunto risanamento dei conti del Comune”. A tutto questo ha contrapposto, nel suo discorso, l’idea di una città che offra “formazione, lavoro, sicurezza”.

Ha aggiunto il deputato: “De Domenico è il candidato che tutti dovrebbero votare perché la sua è una candidatura autenticamente messinese. Una candidatura proiettata a ridare centralità a Messina e ai suoi bisogni. Alle sue prospettive di crescita e di sviluppo. Non è così per gli altri due principali concorrenti alla carica di sindaco, le cui candidature rispondono a un disegno che non ha nulla a che vedere con il futuro della nostra città. Si tratta di scelte strumentali in vista delle elezioni regionali del prossimo autunno”.
L’appello finale di Navarra è al voto disgiunto, per allargare il consenso di De Domenico oltre le quattro liste che lo sostengono.

Subito dopo è intervenuto il segretario regionale del Pd, Anthony Barbagallo: “Il tema dello spessore della classe dirigente caratterizza questa campagna elettorale. De Domenico, mio compagno di banco all’Ars, ha gli strumenti di conoscenza adeguati per risollevare la città dalla crisi. E per proiettarla negli anni Venti del Duemila non solo come capitale dello Stretto e del Mediterraneo, ma anche come proiezione vera di un modello di sviluppo nuovo e sempre più sostenibile. Un modello che consegni il Mezzogiorno in una condizione nuova e migliore”.

“I simboli che vedete apparentati dietro di me (Pd, M5S, Franco De Domenico sindaco e Coalizione civica per Messina, n.d.r.) – ha detto sul palco il segretario regionale – sono espressione di una coalizione coesa. Vogliamo dare un volto nuovo alla Sicilia, nei Comuni e alla Regione, e siamo l’unica coalizione a difendere il reddito di cittadinanza. Sostenibilità ambientale, il nodo delle infrastrutture, i collegamenti ferroviari: noi, come coalizione, abbiamo le idee chiare su come governare a Messina e in Sicilia. E abbiamo le spalle coperte grazie al partito e alla coalizione nazionali. Abbiamo tutte le carte in regola per scrivere una pagina nuova in questa città e Regione. Possiamo scrivere una grande storia d’amore attorno a Franco De Domenico sindaco di Messina”.
L’alleanza Pd – Cinquestelle e le primarie per scegliere il candidato alla presidenza della Regione


In primo piano, nel discorso di Letta, è stata l’alleanza tra Pd e Movimento Cinquestelle, che esprimono i candidati sindaco e vicesindaca. In più vanno ricordati Articolo Uno e le forze civiche e dei movimenti, distribuite nelle quattro liste per De Domenico. “Noi difendiamo– ha precisato il segretario nazionale – il reddito di cittadinanza (provvedimento simbolo del M5S, n.d.r.), come misura di equità. Oggi Messina ha l’opportunità di non perdere le tante risorse del Pnrr (Piano nazionale ripresa e resilienza) ma bisognerà fare in fretta, nella progettazione e realizzazione, per non perdere questi fondi europei”.

Ha evidenziato il leader nazionale: “La nostra è una coalizione politica progressista. Non un cartello elettorale. E nelle prossime settimane faremo le primarie: insieme decideremo chi sarà il prossimo o la prossima presidente della Regione Sicilia. Bisogna rendere concreto questo cambiamento. Libertà e sicurezza non sono parole di destra. Ce ne dobbiamo riappropriare. Penso alla sicurezza sanitaria garantita dall’impegno del secondo governo Conte e del ministro Speranza”.

Più volte ministro e sottosegretario, presidente del Consiglio dal 2013 al 2014, Letta si è soffermato sulla condizione giovanile: “Lavoravo con ragazzi di cento nazionalità diverse (dirigeva la Scuola di affari internazionali dell’Istituto di studi politici di Parigi, n.d.r). Gli italiani erano di gran lunga i migliori. Alla fine dei colloqui mi facevano sempre la stessa domanda: «Mi dà una ragione per tornare in Italia?». Mi trovavo in difficoltà: mi interrogavo se dare la risposta utile per il ragazzo o quella che avrei dovuto fornire in quanto rappresentante per un periodo delle istituzioni”.
“Mai più al governo con le destre e valorizzare le risorse del Pnrr”

“Perché alla fine quei ragazzi – ha riconosciuto il segretario del Pd all’estero – un primo lavoro lo trovavano, con uno stipendio elevato, che consentiva loro di mettersi in proprio e, se lo desideravano, di farsi una famiglia e dei figli. Se invece tornavano in Italia cominciavano con uno stage non pagato, seguito da un secondo tirocinio gratuito, poi da un terzo e un quarto… Io sono tornato soprattutto per prendermi un impegno con tutti i ragazzi di questo Paese: noi vogliamo vincere le elezioni con un programma chiaro. Un punto fondamentale del programma è dire basta agli stage gratuiti, basta ai tirocini gratuiti nel nostro Paese”.
“I ragazzi costretti a rimanere a casa dei genitori”

“Il lavoro deve essere sempre pagato – ha aggiunto Letta – e deve essere sempre pagato bene. La fatica oggettiva che vivono questi ragazzi ti porta a domandarti: come fa un Paese come il nostro ad avere un futuro di successo, quando i ragazzi tra i 20 e i 30 anni stanno a casa dei genitori?”.

Ha ricordato Letta: “Non è colpa dei ragazzi. Loro vorrebbero uscire ma per farlo devi avere una casa e un lavoro. La casa che non si trova e il primo lavoro che non è mai pagato. Il tema principale di oggi è questo: i ragazzi tedeschi e francesi escono mediamente di casa a 24 anni. Io non dico di prendere a modello gli svedesi, che vanno via a 18 anni, ma ragazze e ragazzi italiani escono mediamente di casa a 30 anni e mezzo. Non si può essere un Paese di successo se ragazze e ragazzi, dai 20 ai 30 anni, stanno a casa con mamma e papà”.

“Noi dobbiamo impegnarci – ha sottolineato il segretario del Pd – perché quelle ragazze e quei ragazzi abbiano un’opportunità e siano in grado di dare il meglio di loro stessi. Questo sarà il tema principale della campagna elettorale. E sarà il tema dei nostri impegni elettorali con gli italiani. Quando scendo dal palco, c’è sempre qualcuno con l’aria da esperto di tendenze elettorali che mi invita a lasciare perdere i giovani e dedicarmi agli elettori con i capelli grigi. E io rispondo: «Guarda che con gli elettori con i capelli grigi io ci parlo e la loro prima preoccupazione non è per loro stessi. Ma per i loro figli e nipoti che non riescono a trovare uno straccio di futuro». Così si sta perdendo il nostro Paese”.

Per Letta, “occorre tornare a dinamiche normali di lavoro: da una parte le rappresentanze dei lavoratori, delle associazioni dei commercianti e delle imprese, dei piccoli imprenditori, e dall’altra parte la politica. Occorre discutere insieme e insieme trovare delle soluzioni per uscire dalla crisi profonda e difficile in cui ci troviamo. In un tempo nel quale ne ascoltiamo di tutti i colori, l’ultima è quella del presunto consigliere diplomatico di Salvini che lavora contestualmente per l’ambasciata russa, almeno così scrivono i giornali… Come si fa a fare politica in questo tempo, in una dinamica priva di qualsiasi regola?”.Letta a piazza Casa Pia
De Domenico: “Con la vittoria della Lega rischiamo di consegnare la città a chi ci ha sempre insultato”

Ha messo in risalto De Domenico, al primo giorno in pubblico dopo l’isolamento da Covid: “Noi siamo davvero una coalizione politica che è cresciuta con un progetto politico. Siamo diversi. Quattro liste come i miei quattro figli… Ci siamo confrontati, abbiamo anche litigato ma ora siamo davvero uniti. Nel centrodestra, invece, si ha una candidatura tecnica calata dall’alto”.

Ha osservato il candidato: “Poi abbiamo la compagine del sindaco in fuga. Ci sono persino candidati nominati capilista in base al loro unico merito: l’omonimia (il capolista di Prima l’Italia, omonimo dell’onorevole Nino Germanà, n.d.r.). Nel frattempo, continuiamo a interrogarci sul senso di un movimento meridionalista supportato dalla Lega Nord. Semplicemente surreale. Litigano con Salvini, senza sapere che ce l’hanno dentro come alleato. Rischiamo di dare la città a chi ci ha vilipeso e insultato”.

Il segretario cittadino del Pd e ora candidato a sindaco ha affrontato pure il tema dell’emergenza sociale: “Messina ha il più alto tasso di dispersione scolastica tra le città metropolitane. Ci sono oltre duemila famiglie in condizione di disagio e solo sette assistenti sociali. Ci vogliono le professionalità. Noi assumeremo, perché si potrà. Non faremo come il candidato sindaco che ha firmato (Basile, da direttore generale, n.d.r.) un atto nel quale ha bloccato le assunzioni per i prossimi tre anni, per garantire il Piano di riequilibrio. Noi il Piano di riequilibrio lo faremo, lo faremo con competenza e con attenzione, ci rivolgeremo al governo nazionale, ci confronteremo per realizzarlo nel modo migliore possibile”.

De Domenico, senza nominarlo, ha fatto riferimento alla recente morte di Salvatore Marchetta per mettere in risalto l’importanza della sicurezza nei luoghi di lavoro. Ha promesso pure il proprio impegno nella lotta alla disoccupazione: “Come ricorda papa Francesco, il lavoro, per una persona, ha il significato della dignità. Si tratta di una priorità”.
“Una Tari troppo alta”

“Il Piano di riequilibrio – ha dichiarato sul palco di piazza Casa Pia il candidato di centrosinistra – non dovrà soffocare la città. Le assunzioni serviranno per garantire i servizi essenziali, soprattutto sotto il profilo sociale. Così come dobbiamo garantire alle famiglie tariffe adeguate. Non si può pagare una Tari così alta. Avevano promesso che con la differenziata ci sarebbe stata la riduzione del 30 per cento. Si è registrato, invece, l’aumento di oltre il 10 per cento in questi anni. Si pagavano complessivamente 44 milioni di euro e siamo arrivati a 54 milioni di euro. Sono state tolte le esenzioni anche alle fasce più deboli. E noi questo non lo consentiremo”.

Il segretario nazionale del Partito democratico ha incontrato ieri i rappresentanti dei sindacati Cgil, Cisl e Uil. Successivamente, in Camera di Commercio, Letta ha incontrato Sicindustria Messina e la Giunta camerale, con diversi rappresentanti delle forze produttive della città. Due incontri prima della manifestazione a piazza Casa Pia.

La grave situazione occupazionale in città e nella provincia, i fondi del Pnrr, le condizioni del Comune di Messina e la continuità territoriale al centro del confronto tra le parti sociali e il segretario Pd. Subito dopo, Letta ha incontrato la Giunta camerale della Camera di Commercio di Messina e i rappresentanti provinciali di Sicindustria, con il presidente Pietro Franza.

Franco De Domenico ha a sua volta definito “un segnale importante la presenza di Enrico Letta in questa sede, a conferma di come la mia amministrazione fonderà il prossimo mandato sul lavoro”. E ha annunciato: “Intendiamo costituire una task force per un confronto costante con gli operatori economici messinesi. Il Pnrr ci mette a disposizione risorse importantissime che non vanno semplicemente spese, ma gestite”.

Secondo la vicesindaca designata Valentina Zafarana, “è indispensabile uno sblocco delle assunzioni nelle amministrazioni pubbliche per rendere la pubblica amministrazione smart, a misura si cittadino’’.

Diversi i punti segnalati dagli operatori economici: dalla valenza del comparto agricolo, per il tessuto economico locale, alla necessità di una rigenerazione urbana complessiva per Messina. Dai bonus edilizi all’esigenza di valorizzare l’intera provincia e di potenziare le infrastrutture per promuovere prodotti di eccellenza, come quelli vitivinicoli. Altri spunti programmatici: le opportunità fornite dalla digitalizzazione delle procedure burocratiche e la necessità di intervenire sul cuneo fiscale.

Per il segretario Letta, “in questi anni, è stato particolarmente difficile vivere il mondo della rappresentanza. Ma proprio la pandemia ci ha insegnato quanto siano fondamentali i corpi intermedi. Questa, tra l’altro, è la città che ha raggiunto il record della disintermediazione. L’utilizzo dei fondi del Pnrr per noi rappresenta un’operazione di portata europea – ha evidenziato – perché se useremo bene quei fondi, guadagneremo in credibilità e potremo ottenerne altri”.




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