festa liturgica della Madonna dell’Idria: l’antico culto a Barcellona P.G.
La Parrocchia Parrocchia S. Maria dell'Idria , il cui titolo è un’abbreviazione di quello di ODIGITRIA, dal greco “Odegòs”, Guidatrice del Cammino, Condottiera, celebra la festa liturgica della compatrona dell’Isola,
L’appellativo, secondo la tradizione, sarebbe stato attribuito ad un’icona della Madonna dipinta da S. Luca evangelista che fu collocata, nel V secolo, a Costantinopoli in un tempio innalzato in suo onore in ricordo del Concilio di Efeso (431) e che poi fu affidata alla cura dei monaci basiliani. L’appellativo sarebbe stato associato a tale immagine in seguito ad un miracolo grazie al quale due anziani ciechi, smarritisi, furono guidati alla chiesa di Costantinopoli dove riebbero la vista. La rappresentazione classica della Madonna dell’Itria, raffigurante Maria su una cassa portata da due monaci basiliani, risale, secondo una seconda tradizione, ad un altro miracolo avvenuto durante l’assedio del 718 di Costantinopoli da parte dei Saraceni, quando due monaci basiliani, dopo aver portato l’immagine della Madonna su una cassa fin sulla spiaggia, la esposero verso la flotta nemica ottenendo la dispersione dei nemici a causa di una tempesta.
Il culto della Madonna Odigitria era molto radicato a Barcellona nei secoli passati, grazie alla presenza dei monaci basiliani di Gala, presso il cui ormai diruto monastero esisteva una Cappella dedicata alla Vergine invocata con tale titolo. Intorno al 1652 fu fondata, per volontà di Francischello Flaccomio, l’antica chiesa dell’Idria nell’attuale quartiere Panteini (presso Pozzo di Gotto), ricchissima di stucchi e decorazioni barocche, sciaguratamente demolita nel 1977 e ricostruita ex novo nel medesimo sito. All’altare maggiore era collocata una tela raffigurante la Madonna dell’Idria con S. Giuseppe e S. Filippo Neri. Dalla cronistoria parrocchiale risulta che “…a questa Cappella sostavano i pellegrini che dall’antica e illustre Milazzo, attraverso santa Marina, Stretto Petraro, Itria, Panteini ed altri vicoli, giungevano alla Via Consolare di S. Maria di Lando, la quale congiungendosi con quella proveniente da Messina attraverso Lando, Gala, Castoreale, Tindari, proseguiva per Palermo”. A testimonianza della diffusione di questo culto mariano, diverse altre chiese del comprensorio hanno un altare dedicato alla Madonna Odigitria. Nella chiesa parrocchiale di Centineo si custodisce la più antica rappresentazione esistente a Barcellona di questo tema iconografico: una tavola centinata chiusa entro cornice lignea dorata dipinta nel 1601 da Giandomenico Quagliata che raffigura la vergine seduta su una cassa aperta e sorretta da due calogeri (monaci), con saio marrone e lunga barba. Altra raffigurazione è la tela centinata presente presso la chiesa conventuale di Sant’Antonino, dipinta dal pittore castrense Filippo Iannelli nel 165? (il cartiglio non è completamente leggibile) che ripropone quasi fedelmente la tavola di Centineo.
La tela, commissionata nel corso del sec. XVII dal nobile Matteo Marullo, è stata recentemente ricollocata in chiesa dopo un accurato restauro. Attribuita allo stesso pittore è pure la tela rettangolare custodita presso la chiesa parrocchiale di Oreto che raffigura la Madonna Odigitria fra i Santi Cosma e Damiano.
La Madonna dell’Odigitria è attribuita al pittore acese Baldassare Grasso e della fine del XVII secolo.
La scena rappresenta la solenne processione in onore della Vergine. La statua, posta sotto un baldacchino rosso, è portata a spalla da due monaci basiliani, seguita dai notabili locali, abbigliati con eleganti paludamenti e con lunghe parrucche bianche, e seguiti da un corteo di fedeli. Sullo sfondo, circondato da una vegetazione lussureggiante, si nota un edificio fortificato.
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