SHOAH -" L'infanzia rubata" in occasione del "Giorno della Memoria "I.I.S. G.B. Impallomeni di Milazzo , dal 23/31 Gennaio 2023
«Io, bimbo ebreo costretto a scappare per non morire»
Il razzismo, il nazismo, la Shoah spiegata ai giovani da chi, da bambino, è passato dai banchi di scuola alla fuga per l'Europa, per colpa delle leggi razziali fasciste.
Lunedi 23 Gennaio 2023 alle ore 9:00 presso la sede dell'I.I.S. G.B. Impallomeni di Milazzo , gli studenti dialogheranno con i coniugi Giordano D'Urbino e Bruna Cases, vittime e testimoni delle persecuzioni razziali fasciste e naziste.
Giordano D'Urbino racconterà la sua esperienza durante l'olocausto ebraico in Italia, grazie all'attività dei Docenti, su iniziativa della Prof .ssa Concetta PASCON.
«Un antico detto ebraico - raccontato da D'Urbino -dice proprio : "che il mondo si regge sul fiato dei fanciulli che fanno scuola "e aggiunge: "Voi che siete il futuro, siete chiamati alla memoria, a raccogliere la testimonianza di noi, che con lo scorrere del tempo, stiamo diventando sempre meno». D'Urbino rende tangibile la storia della Shoah con il racconto di quanto vissuto sulla sua pelle e sulla pelle della moglie Bruna. Tutto parte dall'11 novembre 1938, racconta D'Urbino, giorno in cui le Leggi Razziali vengono approvate: il piccolo Giordano, dopo aver fatto la prima elementare in una scuola pubblica milanese, deve abbandonare amici, compagni, e la maestra per entrare nella scuola ebraica organizzata dai docenti espulsi. Il padre, architetto di fama, viene radiato e non può più firmare progetti, porta a casa qualche soldo solo grazie ad amici che fanno da prestanome. La situazione precipita con il provvedimento di cattura e deportazione per ogni appartenente alla stirpe ebraica, emanato dai nazi-fascisti occupanti il 1 dicembre 1943. «Ricordo - dice Giordano - che era verso sera, eravamo già sfollati a Limido Comasco. Si presentarono in casa due carabinieri, intimando a mia mamma un mandato di arresto, che avrebbero eseguito il giorno seguente». Alcuni contadini aiutano la famiglia ad avvicinarsi al confine svizzero, i contrabbandieri accompagnano (a pagamento) attraverso boschi e monti Giordano, mamma, papà, e il fratellino. Al confine svizzero è il comandante della stazione di polizia locale a decidere la permanenza dei D'Urbino al sicuro. Ma reclusi in campi di internamento, da cui i contatti con l'esterno sono proibiti. «Il giorno in cui la guerra finì - riferisce Giordano - la radio, dopo l'annuncio della vittoria degli Alleati, trasmise il suono delle campane a festa, di tutto il mondo.
Ed ancora oggi emoziona il ricordo di quel suono, tanto forte quanto pieno di libertà».
Per altri , purtroppo , giovani e anziani, quel terribile momento storico rappresentò "l'ultimo viaggio" con l’apertura del ghetto e le deportazioni nei lager.
Nel contesto della Giornata della Memoria è importante ringraziare della possibilità di una testimonianza diretta che permette di non far scadere nella banalità una tematica che ha ancora molto da insegnare e chi si oppone sempre alla tristezza e alla rassegnazione
Per D'Urbino: «La democrazia, se non viene difesa, corre il rischio di diventare demagogia o populismo, che sono l'anticamera del ritorno alle ideologie fasciste e naziste».
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